Lentamente

Lentamente devo risalire dall’abisso in cui ero sprofondata..dovrei farlo. Prima o poi. Riprendere pieno possesso della mia obiettività. Ci sono giorni in cui ho l’illusione di credere che “si sia sistemato tutto”, ma poi è solo un’impressione, come una facciata scrostata di un vecchio palazzo; perchè per tre giorni di fila, in posti totalmente diversi da loro, mi ritrovo, per caso, ad ascoltare quella canzone ed è subito ri-affogare in quell’abisso nero e profondo. E se si riaccende quella miccia, è come un domino..un ricordo dietro l’altro, a susseguirsi, in rapida successione..me li vedo tutti lì davanti a me, che scorrono, come fogli di giornale, mai sbiaditi.

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Ok, mi sono stancata di farmi vedere in lacrime e depressa dagli altri, quindi ho smesso di dire che sto male: lo tengo per me. Mi prendo cura io dei miei pensieri, dei miei ricordi, dei suoi sorrisi, delle sue parole, delle nostre risate.

Lentamente recupererò la consapevolezza di come sono andate le cose, anche se sono fermamente convinta che non mi sia stato detto tutto, e anche se dentro di me aleggia quella sensazione di “portone non chiuso a chiave”.. si lo so che tutti mi diranno che la chiave nella toppa la devo girare io. Ma non lo voglio fare. Quindi spero che la gente non sprechi il fiato per dirmelo perchè tanto non la ascolterò.

Lentamente smetterò di pensare a qualche “stratagemma” per sperare che tu possa scrivermi, anche solo per dirmi di sparire, perchè voglio risentire la tua voce; ho paura di dimenticarmela un giorno e non potrei mai perdonarmelo.Non voglio arrivare a quel punto in cui non mi ricordo più cosa tu mi dicevi, come tu mi facevi sentire, come tu camminavi e come mi desideravi; quel punto dove i tuoi contorni saranno sbiaditi e cancellabili con una passata di gomma. Voglio rimanere legata al passato. a quel passato, perchè era tutto veramente quello che ho sempre desiderato. Dal passato ho sempre voluto fuggire, ma questa volta non voglio lasciarlo andare.

Vorrei aprirti il cranio e vedere davvero cosa ti è rimasto nella testa di me. Se ci pensi, anche solo per sbaglio, a quello che che abbiamo vissuto, a quello che mi avevi promesso, a quello che mi avevi fatto credere sarebbe durato. Mi sporcherei le mani di sangue per leggerti il cervello, per ritrovare delle tracce di me.Per sapere che ci sono e che non le hai eliminate come se facessero parte della memoria a breve termine.

Lo farei col cervello, perchè se ti squarciassi la cassa toracica, non tirerei fuori nulla. Il tuo cuore non c’è (più).

Lentamente risalirò la scogliera; con le mani graffiate, le gambe escoriate ed affaticate,le vesti lacerate e zuppe d’acqua.

Prima o poi risalirò verso la cima, senza sentire il bisogno di voltarmi indietro per vedere se tu mi stai ancora seguendo.